Rincorriamo il tempo, perchè ci siamo così organizzati da riempirlo tutto. Siamo stressati, nervosi, malati.
Riempiti di tutto e svuotati di noi.
In questa mancanza di tempo e di spazio non è possibile sapere se la mia immagine è quella che mi somiglia, se la mia vita è davvero quella che più si adatta a me.
Anche negli spazi vuoti, in quei pochi spazi di solitudine, accendiamo la tv, e, come mi capita spesso di sentire, lo facciamo per spegnere la testa e non pensare, come se la mente accesa fosse un pericolo.
E’ nell’ immobilità che posso sentire e vedere, è nei momenti di solitudine che posso osservare e comprendere.
Immaginarmi come un puntino colorato in uno spazio vuoto, bianco.
Solo nel vuoto tutto è ancora possibile. Solo il vuoto si può riempire.
Osservo questo spazio virtuale vuoto e osservo ciò che occupa davvero mia vita reale.
Le relazioni sentimentali, le amicizie, il lavoro, tutto quello che ho costruito, osserviamo la strada percors e quella che stiamo percorrendo.
Ci somigliano davvero o sono solo l’immagine riflessa di me che ho creato fino adesso?
Sono l’immagine che è mi è stato opportuno mostrare, quella che più si adatta alla mia educazione, alla società, o alla mia mancanza di coraggio? Oppure, nell’ipotesi migliore, io sono davvero questo.
Siamo sempre liberi di scegliere, dove andare, cosa fare e con chi stare.
Posso continuare a seguire questo percorso o lasciarmi andare al cambiamento, per percorrere davvero la vita che mi somiglia.